Xi’an Warriors” di Zhang Hong Mei: riportare in luce l’essenza della tradizione
Ad arricchire l’edizione 2018, il foyer d’ingresso ospiterà l’installazione dal titolo “Xi’an Warriors” di Zhang Hong Mei, artista dello Shandong, affermata in Cina e acclamata dalla critica internazionale.
È leggendario l’esercito di terracotta di Xi’an in Cina, composto da un numero totale tra i 6000 e gli 8000 guerrieri, scoperto da un contadino per caso nei propri campi durante i lavori di scavo di un pozzo. Gli immobili guerrieri di terracotta, armati e disposti in formazione fanno parte di una delle più grandi opere funerarie del pianeta: suddivisi in avanguardia, esercito e retroguardia, compongono l’esercito posto a difesa della tomba del primo imperatore cinese Qin Shi Huang, vissuto tra il 260 a.C. e il 210 a.C. La particolarità di questo capolavoro sta nel fatto che i guerrieri di Xi’an furono plasmati a grandezza reale differenziandone i tratti somatici e gli armamenti in modo tale che è impossibile, fino a prova contraria, trovarne due uguali.
Parte da qui, dai volti di questi leggendari guerrieri, la ricerca contemporanea di Zhang Hong Mei. Il lavoro sui guerrieri è iniziato alcuni anni fa dopo una visita ai depositi del Museo di Xi’an, dove lo sguardo dell’artista, ad un esame ravvicinato degli antichi guerrieri, poté scorgere ancora deboli tracce del colore originario. La disposizione di questo colore, principalmente sul viso dei guerrieri, appariva come una policromia di taglio quasi razionalista, come se Malevic o Mondrian si fossero dilettati a dipingerne alcune parti.
Questa visita e questa scoperta hanno fatto nascere in Zhang Hong Mei l’idea di rivestire i volti dei guerrieri con una seconda pelle attraverso l’uso di tessuti colorati, con forme e cromie che si ispirassero a quelle originali intuite sui volti delle antiche statue. Zhang Hong Mei dona così una vita nuova ai guerrieri, offrendo al pubblico una sorta di ritmo colorato, pop, traghettandoli nel contemporaneo e mostrando al contempo la vacuità del destino e l’incessante lavorio del tempo che tende a cancellare i segni e a rendere tutto uniforme.
L’installazione Zhang Hong Mei. Xi’an Warriors, curata e organizzata da Diffusione Italia International Group, rappresenta, dunque, un buon punto di partenza per entrare nel mondo creativo dell’artista, per indagare la sua ricerca basata da un lato sulla necessità di tramandare la storia, lo spirito e l’essenza dell’arte cinese incontrando le tecniche della tradizione popolare, dall’altro nel dare alla pittura cinese nuove possibilità, rivisitandola, riportandola in luce, utilizzando per questa sua indagine mezzi e tecniche inusuali.
Zhang Hong Mei, così come ad esempio Ansel Kiefer e Robert Ruaschemberg o molti altri artisti, tra cui il recente vincitore del Leone d’Oro della Biennale Arte di Venezia 2017, Franz Erhard Walther, usa materiali inconsueti pur sapendo dipingere molto bene a olio, acrilico, e inchiostro, tecniche che ha sempre usato in passato. Tuttavia oggi trova nell’uso dei tessuti colorati la sua cifra stilistica distintiva, in grado di farla riconoscere internazionalmente ed inserirla nel contesto dei grandi maestri contemporanei.
I suoi lavori, esposti alla 56a Biennale Arte di Venezia, in numerosi musei e gallerie internazionali, oltre ad essere sempre più ricercati da collezionisti attenti e preparati, sono un chiaro esempio di come l’Arte Cinese Contemporanea sappia uscire da schemi prefissati e ormai superati dalla storia dell’arte per imboccare nuove strade e nuovi percorsi.